mercoledì 14 dicembre 2011

Dal numero di Ottobre 2011 - Ad ognuno il suo banchetto


Il banchetto è, per così dire, il momento in cui la festa si concretizza: indipendentemente dal momento della giornata, con qualcosa nel piatto e un bicchiere in mano, gli ospiti si rilassano, sorridono, socializzano. La volontà di creare un atmosfera indimenticabile di piacevolezza si incontra con i gusti personali, le possibilità economiche e addirittura con le priorità degli sposi.
Banchetti faraonici o buffet informali, la tendenza sembra comunque andare ormai verso quello che viene chiamato “grazing”: il termine, che letteralmente si traduce con il verbo “pascolare”, indica un modo diverso di fare ristorazione, in cui non si è più costretti alla staticità del posto a tavola ma al contrario viene lasciata agli invitati la possibilità di girellare fra gli stand culinari e beverecci.
Fra le altre scelte in auge figura anche il matrimonio eco-friendly, come quello del luglio scorso a Pontedera: il primo matrimonio in Italia completamente ecologico, dove ogni aspetto è stato pensato per essere di basso impatto ambientale. Così gli abiti sono stati presi a prestito o noleggiati, niente fiori recisi, mezzi di trasporto il più ecologici possibile, le bomboniere sono diventate progetti da sostenere, con tanto di banchetto informativo posto sul luogo del ricevimento. Stessa filosofia per la location e per la scelta di cibo e bevande, rigorosamente biologici e a chilometro zero.
Non si deve poi dimenticare la tanto chiacchierata crisi che attanaglia il Paese: anche in questo caso via libera a idee originali, come quella del “Matrimonio con lo sponsor”, per risparmiare qualche euro cercando l’appoggio di aziende del settore e magari creando un banchetto a costo zero, ma con qualche dovere – se così si può dire – pubblicitario.
Ma ogni rinfresco che si rispetti ha come cuore pulsante il momento del taglio della torta: la wedding cake. E qui spazio alla fantasia e anche alle esagerazioni. Il cake design è ormai un arte: come ignorarlo?

Di Claudia Cataldo

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